È convinzione diffusa che, arrivati a una certa età, sia molto difficile, se non impossibile, imparare una lingua straniera. Niente di più falso, l’esperienza me lo conferma. Le persone adulte, anche in là con gli anni, hanno una grande capacità analitica, molto più dei bambini, sanno osservare la lingua, fare domande, soprattutto, hanno molte cose da raccontare e molte di cui parlare. Nelle lezioni one-to-one, non hanno paura di sbagliare, non pensano all’esecuzione, né agli applausi, non hanno l’ansia da prestazione, non devono fare esami, si ascoltano quando parlano e si autocorreggono, riutilizzano immediatamente le parole o le strutture appena apprese, inserendole volontariamente nel flusso della conversazione reale con l’insegnante. Fanno il doppio movimento di comunicare e dare la forma che vogliono alla lingua, si lanciano per confermare se hanno capito o no, e nella maggior parte dei casi, ci azzeccano. Se non ci azzeccano la prima volta, capiscono perché e presto lo arrivano a fare. Un mio alunno non conosceva la forma passiva con andare. La plastica deve essere buttata nel contenitore giallo, la plastica va buttata nel contenitore giallo. Gli ho dato qualche esercizio di rinforzo alla fine della lezione e mi ha detto con un tono serio e solenne: i compiti vanno fatti per la prossima volta. O la frase concessiva: la mia stanza era cosí in disordine da non poterci neanche entrare. Poi ti dimentichi, parli di altre cose in modo un po’ aleatorio, improvvisando, il matrimonio di un suo caro amico, e a un certo punto ti arriva la frase: ero talmente ubriaco da non ricordare neanche dove avevo parcheggiato la macchina, sono tornato a casa il giorno dopo…